

Centocinquanta interpretazioni dell’universo Kartell da parte di prestigiosi artisti e fotografi, che raccontano centocinquanta modi di guardare l’arredamento contemporaneo. Centocinquanta scatti che vanno oltre il singolo prodotto e mostrano invece un modo di essere che unisce con design, moda, arte e fotografia. Con un libro (edito da Skira e realizzato grazie a Franca Sozzani) e una mostra (alla Triennale di Milano con allestimento di Ferruccio Laviani), Kartell racconta i suoi 53 anni nel mondo del design.
Dai prodotti più recenti fino ai casalinghi del passato, gli oggetti protagonisti di questi scatti vengono proposti come icone contemporanee trasversalmente condivise dai protagonisti della moda, dell’arte, della fotografia e dai semplici fruitori. Ironici, patinati, glamour, fatali, artistici o mondani: tante le chiavi di lettura per i prodotti di oggi e di ieri.
Raccolti in un’installazione che sembra essere un ulteriore scatto: 150 leggii disposti in rette parallele che trasmettono una certa solennità al tutto. “Una serie di semplici leggii – precisa Laviani - tanti quante le pagine del libro, in perfetta simmetricità, che fluttuano nel nero dello spazio per esaltare soltanto il libro e il suo contenuto evitando così che l’allestimento prevarichi e distolga l’attenzione dei visitatori dal significato della mostra”.
Dai prodotti più recenti fino ai casalinghi del passato, gli oggetti protagonisti di questi scatti vengono proposti come icone contemporanee trasversalmente condivise dai protagonisti della moda, dell’arte, della fotografia e dai semplici fruitori. Ironici, patinati, glamour, fatali, artistici o mondani: tante le chiavi di lettura per i prodotti di oggi e di ieri.
Raccolti in un’installazione che sembra essere un ulteriore scatto: 150 leggii disposti in rette parallele che trasmettono una certa solennità al tutto. “Una serie di semplici leggii – precisa Laviani - tanti quante le pagine del libro, in perfetta simmetricità, che fluttuano nel nero dello spazio per esaltare soltanto il libro e il suo contenuto evitando così che l’allestimento prevarichi e distolga l’attenzione dei visitatori dal significato della mostra”.